Lo chef Marco Contrada
“Un piatto racconta una storia” e un bravo cuoco deve saperla raccontare.
Sono Marco Contrada, e di storie mi piace vivere.
La mia cucina è frutto di tradizione ,sperimentazione e innovazione. Non sono figlio d’arte, nasco a Candida nel febbraio del 1986 da una madre casalinga e un padre impiegato. Mia madre è stata la mia prima maestra. A sei anni, anziché seguirmi solo nei compiti a scuola, mi insegnava anche i primi rudimenti della cucina. E’ allora che ho cominciato ad impastare il pane, usando il forno a legna che avevamo a casa, e a guardare incuriosito la preparazione degli spaghetti con il baccalà alla "perticaregna", che ancora oggi è uno dei miei piatti preferiti.
Per quanto riesca ad ricordare con la memoria, non c’è età della mia vita che non sia accompagnata dal ricordo dei sapori della cucina di mia madre. Mio padre mi ha insegnato a curare l’orto di casa e mio nonno ad amare la natura e a rispettare i tempi e la stagionalità.


Ancora oggi respiro la quotidianità della mia famiglia, a Candida, un paesino in provincia di Avellino di circa 1500 abitanti. Un paese che già nel nome sembra richiamare il candore di favole antiche. Siamo in piena campagna irpina, tra i filari delle vigne, e il rincorrersi di orti e casolari, a pochi passi dal fiume Calore. Tra le mie passioni più grandi, c’è senza dubbio la coltivazione dell’orto. Sin da ragazzo ho portato avanti il mio amore per la terra, e ho trasformato questo amore nella ricerca continua di ortaggi e frutti da poter coltivare e portare in tavola. Mi piace utilizzare gli ingredienti sani e naturali che provengono dal territorio che mi circonda, rappresentano il mio vissuto, sono il frutto del mio lavoro quotidiano, e mi ricordano che anche dietro il piatto più semplice c'è tutto un mondo di paziente ricerca ed evoluzione
Ho frequentato l’Istituto alberghiero, dove ho amplificato le mie conoscenze tecniche. Ho lavorato in molti ristoranti con rinomati chef stellato in diverse regioni d’Italia, dove ho avuto la possibilità di imparare ricette territoriali e fatto mio “il mestiere”, facendo tesoro degli insegnamenti e delle diverse esperienze. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo, in giro per l’Italia e all’estero, sono ritornato in Irpinia, terra natia. Ho sempre creduto in questo territorio cosi bello ma altrettanto difficile. La ristorazione sta cambiando, il mondo sta cambiando, e la chiave di lettura è che e a volte non serve andare troppo avanti in un territorio che ancora ti chiede il passato. Come ho già raccontato, provengo da una famiglia contadina, ed è dalle mie origini che voglio ripartire, intrecciando al mondo contemporaneo i ricordi del passato.


Diciamo che fin qui tutto puo essere normale, ma la grande sfida è un'altra: Far riemerge nei cuori delle persone, quei ricordi del passato, tramite la cucina tradizionale, profumi che tornano in mente, la cucina di strada, un passato fatto di gente fiera e di memorie antiche. Mondanità che si veste d intimità.
Cucino, sperimento, innovo.
Attraverso l’amore per il territorio, girovago per l’Irpinia, alla continua ricerca di materie prime impeccabili, fatte di natura e di famiglia. I prodotti che utilizzo infatti provengono da piccole aziende, il più delle volte anche poco conosciute ,ma che mi garantiscono qualità e genuinità del prodotto. Cosi quando i miei piatti arrivano ai miei clienti, mi piace portare con me questa genuinità con l’intento di evocare con profumi e sapori un antico ricordo, conducendoli in un sogno dove tutti i sensi rivivono il gusto di “quella” pasta e fagioli, buona come solo la nonna Maria e la zia Rosa sapeva fare.